Atrani
Atrani è un piccolo borgo marinaro, il comune più piccolo d’Italia per estensione. Inserito fra la parete rocciosa e il mare, offre ai suoi visitatori uno spettacolo davvero unico. L’origine del nome è incerta: alcuni propendono per l’aggettivo latino ater – oscuro, corrispondente alla visione del borgo, simile ad un antro racchiuso tra ripide pareti rocciose a picco sul mare. Altri fanno derivare il nome dell’insediamento dai coloni greci fondatori, provenienti da Atria.
Il pittoresco borgo, dalla struttura tipicamente medievale, forma insieme alla spiaggia una sorta di anfiteatro, oggi tagliato in due dalla strada. Sul fondo della piazza, spicca la pregevole fontana moresca, opera di Luigi De Bartolomeis. Dalla piazza, attraverso via dei Dogi, arriviamo al corso principale tuffandoci nel cuore del paese, dove s’incontra un caleidoscopio di case bianche, archi e balconi fioriti. Da visitare la chiesa di San Salvatore de’ Birecto, risalente al X secolo, in cui avvenivano l’elezione e l’incoronazione dei Dogi provenienti dalla vicina Amalfi. Atrani, è anche nota per la ricchezza della sua cucina tipica, il cui prodotto di punta è senz’altro il pesce azzurro. Viene pescato con reti artigianali costruite dalle lampare che ogni sera abbandonano la spiaggia per recarsi al largo ad illuminare il mare.
Pertanto, per assaporarlo, basta venire ad Atrani verso la fine di agosto, in occasione della sagra, quando tutto il borgo viene adornato di reti da pesca e luci colorate che culminano la sera in uno spettacolo pirotecnico sull’acqua. Durante la festa, il pesce azzurro, principalmente fritto, viene distribuito a tutti i visitatori e agli abitanti, che spesso se ne procurano un pò alla vecchia maniera, calando cestini di vimini dalle finestre.
Inoltre, per chi si reca ad Atrani in questo periodo, il suggerimento è di non perdere un piatto di scialatielli (pasta fresca fatta a mano) ai frutti di mare e una piccola cassatina di pan di Spagna farcita con crema tradizionale di limone sfusato amalfitano. Se poi si visita Atrani in periodi meno caldi, il consiglio è di non lasciarsi sfuggire un gustoso piatto di pasta e fagioli con il pesce azzurro. Specialità simbolo di Atrani, è “O sarchiapone” , una zucca verde ripiena e cotta al forno.
ATRANI, IL VILLAGGIO DI ESCHER
Il suggestivo villaggio di Atrani e i suoi vicoli, sono presenti in numerose stampe di Maurits Cornelis Escher. Approdato sulla costiera amalfitana nel 1923, realizzò 110 opere, da lui definite “esercizi pratici”, che raffigurano tutta la costiera. Fu Atrani però ad esercitare sull’artista un fascino particolare: “il villaggio” come amava definirlo, lo attrasse per la magica atmosfera delle viuzze-cunicoli.
Testo tratto da “I PIACERI DELL’ENERGIA”
Un’ iniziativa di ENEL in collaborazione con Touring Club Italiano,
con la partecipazione di LEGA AMBIENTE
CHIESA DI SAN SALVATORE DE’ BIRECTO
La chiesa, risalente presumibilmente alla metà del X secolo, è collocata su un lato della piazza principale di Atrani. La tradizione vuole che proprio al suo interno avesse luogo la cerimonia di investitura del Duca, con l’imposizione della “berretta”, nome da cui deriverebbe l’attributo della chiesa. Ai tempi del Ducato di Amalfi svolgeva dunque ruolo di cappella palatina.
Pertanto, nei secoli successivi conservò una funzione pubblica, in quanto divenne la sede dei parlamenti di tutti i comuni dell’intero territorio costiero. All’ingresso è collocata la porta di bronzo, con figure ageminate di argento, realizzata a Costantinopoli nel 1087. L’interno è costituito da tre navate, coperte da volte a botte. Tra le opere d’arte conservate emergono un pregevole pluteo marmoreo con due pavoni (XII secolo), di chiara ascendenza bizantina e una grande campana in bronzo del 1298. Il loggiato, situato all’ingresso, costituito da un intreccio di archi trilobati e sostenuto da esili colonne binate con capitelli à crochet. In conclusione possiamo affermare che rappresenta il più significativo e monumentale ritrovamento dovuto ai recenti restauri.