Gioi

Pubblicato da giancarlo il

GIOI

 

Gioi, le cui origini risalgono al VII secolo, è un paese antichissimo del Cilento, che ha avuto nel corso dei secoli un’importanza di primo ordine sia per le vicende storiche che l’hanno attraversato, sia per la posizione geografica in cui si trova, a cavallo tra la montagna, indice di sicurezza nei secoli scorsi e la pianura, segno di fertilità. Gioi siede sul vertice di una amena e deliziosa collina isolata, un luogo bellissimo ma freddo, esposto all’impeto dei venti: Libeccio, Greco e Levante. Gioi, comune del Cilento, è situato sulla sponda sinistra dell’Alento, (da cui Cilento) ad un’altitudine di 684 mt. è posto al vertice di una collina che si affaccia sulla fertile piana di Casalvelino e nelle limpide giornate si gode la veduta di Capri e l’arcipelago delle Eolie. Nelle diverse epoche storiche fu denominata: johae, ioa, ioio, li jioi e per ultimo Gioi. Il nome Gioi, giunge con trasformazione fino all’attuale toponimo Gioi, in onore del dio Giove che protegge la collina avvolgendola in tutti i periodi dell’anno di una fitta nebbia per nasconderla da eventuali assalti. Da accertate ricerche, risulta che la costruzione più antica fosse il castello edificato dagli Enotri, le cui rovine ancor oggi sono visibili. Da esso era possibile tenere sott’occhio la pianura sottostante e parte della collina difronte, in modo da poter scorgere chi si avvicinasse all’abitato per potersi eventualmente difendere. In età greca questo presidio venne rafforzato da Velia a salvaguardia della via fluviale dell’Alento e nell’età normanna addirittura divenne il terzo baluardo difensivo della rocca di Novi. Mentre le origini antiche non sono supportate se non da reperti archeologici ritrovati nella piccola pianura antistante l’abitato di Gioi oggi denominata “sterza”, più certe sono le notizie storiche a partire dall’anno 1034, che ci permettono di ricostruire le vicende della città e dei passaggi di proprietà di quello che fu un feudo nel Regno di Napoli. Solo il 2 agosto 1806, con l’occupazione francese del Regno di Napoli ad opera di G.Bonaparte finisce l’era del feudalesimo e con esso l’egemonia dei baroni lasciando spazio alla crescita della classe borghese. La popolazione di Gioi in quanto a numero di residenti ha avuto un andamento altalenante. Dai 1446 abitanti del 1532, a causa di un’epidemia maligna di difterite e ancora, poi, della peste (1656) si determinò un forte calo della popolazione che solo nella prima decade dell’800 crebbe fino a raggiungere i 1789 abitanti. Diverse erano le piccole industrie a livello familiare nate durante il Regno di Federico 2º per la lavorazione dei pannilani, dei cuoi, della coltura del baco da seta, che vedevano scambi commerciali dalle fiere che si tenevano d’estate. (Fiera di San Giacomo, Fiera di Santa Maria della Croce). Gioi è famoso per la sagra del fusillo che si tiene ad agosto e per la soppressata. Per quanto riguarda l’aspetto artistico Gioi ha avuto importanti esponenti nella scultura del legno (Ennio Salati, Vincenzo De Marco), nella pittura (F. Salati, E. Infante, M. Romano). Gioi insieme ad altri paesi del Cilento, oltre ai moti del 1828 e ai moti che portarono alle guerre d’indipendenza, diedero alla società uomini che alimentavano quel famoso fenomeno denominato “BRIGANTAGGIO”. Gioi rimase illesa durante le due Guerre Mondiali, soprattutto durante la seconda quando, dal racconto di alcuni anziani, i tedeschi, ormai in ritirata dopo lo sbarco degli Alleati nel golfo di Salerno, cercarono una via di scampo e quindi arrivarono in una piazza oggi chiamata Piazza S. Maria e non trovando altra via se non quella per Omignano, furono costretti a tornare indietro. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, come tutta l’Italia, Gioi risorse a poco a poco fino a risentire dei benefici del boom economico degli anni Sessanta. Oggi Gioi conta all’incirca 2000 abitanti, ancora quasi tutti artigiani, commercianti e agricoltori.

DA VEDERE
Ruderi del castello, con cinta muraria, torri circolari e quadrangolari e la Porta dei Leoni. Resti del Monastero di San Giacomo, Cappelle della Madonna delle Grazie, Chiesa di Sant’Eustachio. L’ex Convento di San Francesco costruito nel 1466, successivamente restaurato ed ora è centro d’iniziative culturali e turistiche.

Fonte del testo: Istituto comprensivo di Gioi Cilento