Tramonti
Tramonti, grazioso borgo sopra Maiori, deve il suo nome dalla particolare configurazione del suo territorio “incastonato” tra i monti, intra montes. In secondo luogo la sua notorietà è dovuta, oltre che alla particolare bellezza dei luoghi, anche alla produzione artigianale di ceste cui sono ancor oggi dediti i laboriosi “cufanari”.
Il piccolo centro fece da sfondo ai primi insediamenti dei Piceni, che per sfuggire alla ritorsione romana, si rifugiarono fondendosi agli Etruschi, tra le colline che presto si rivelarono un luogo ideale per vivere. Secondo altri, invece, l’origine di Tramonti, come testimoniato da alcuni ritrovamenti, sarebbe da ascrivere ai Romani nel 326 a.C. E’ certo, comunque, che nella storia del luogo, come in quella di tutti gli altri centri costieri, rimane ben impresso il fondamentale ruolo svolto dalla vicina Amalfi.
La Repubblica Marinara contribuì, e non poco, allo sviluppo politico ed economico di Tramonti e viceversa quest’ultima, come gli altri paesi vicini, partecipò all’edificazione della sua grandezza. Dell’importante contributo ne è testimonianza l’utilizzazione del pregiato legno dei suoi castagneti, per la fabbricazione delle flotte della potente Repubblica.
FRAZIONI
La memoria di questi luoghi è ancora viva nelle ben 13 frazioni “tramontane”. La maggiore di esse per estensione è Campinola, il cui nome la tradizione vuole derivi dalla presenza sul posto di soldati Nolani, mentre oggi è particolarmente ricordato per la prelibata produzione casearia. Ed infatti, i gustosi formaggi costituiscono l’ingrediente base di molte delle ricette locali e, a tal proposito, dai racconti delle genti possiamo ascoltare un curioso quanto singolare aneddoto che narra di un’immaginaria competizione tra i Tramontini ed i Napoletani. La leggenda racconta che ad ideare la pizza siano stati gli abitanti del piccolo centro costiero piuttosto che i partenopei, a cui va solo riconosciuto il merito di aver “rubato” la preziosa ricetta.
La frazione Polvica offre, invece, un’interessante visita al Convento di San Francesco che, fondato nel 1474 tra la folta vegetazione del Colle Santa Maria, testimonia l’antica presenza in queste terre, dei frati francescani. La chiesa annessa al convento, in passato sede delle predicazioni della Quaresima e dell’Avvento, è ad un’unica navata ed ospita sui lati due notevoli sarcofagi: quello di sinistra racchiude le spoglie di Martino De Majo, arciprete di Tramonti, mentre quello di destra contiene le spoglie del famoso erudito Ambrogio Romano.
E’ nella frazione Pucara che possiamo far visita al Convento di San Giuseppe e Santa Teresa. Ex Conservatorio di San Giuseppe, edificato nel 1662, il complesso prese il nome di monastero dopo l’influenza delle monache di Santa Teresa, guidate da Sant’Alfonso Maria de Liguori per essere abbandonato dalle religiose agli inizi del ‘900. Lasciando Pucara, e muovendosi verso la frazione Gete, la nostra visita ci conduce nella singolare grotta che accoglie uno dei più interessanti insediamenti rupestri della Costiera Amalfitana.
La cappella, ubicata all’interno della grotta, è stata realizzata secondo le più autorevoli tesi tra l’VIII ed il XII secolo ed è sicuramente chiara espressione di un intento eremitico della preghiera. La struttura è costituita da due navate le cui volte, di evidente stile gotico con tratti romanici, seguono in maniera sublime l’andamento naturale della roccia proponendo uno scenario di rara bellezza. Al suo interno giace una necropoli, di epoca probabilmente pagana, dove è possibile ammirare tre pregiatissime urne cinerarie databili tra il Iº ed il IIº secolo d.C. Anche la parte esterna offre interessanti visite, tra cui una zona cimiteriale ed i ruderi della Chiesa di San Marco.
Non meno incantevoli sono anche le frazioni di Capitignano, con la Chiesa di Santa Maria della Neve di cui si ha notizia sin dal 1231. Cesarano, con la Chiesa dell’Assunta dove sono custodite le reliquie del Santo Martire Trifone. Corsano, che costituisce, grazie alla particolare fertilità del suo terreno ed alla felice esposizione, la zona agricola più importante di Tramonti. Figlino, che secondo la tradizione deve il suo nome ad un brefotrofio che accoglieva i “figlini” illegittimi e che custodisce la Chiesa di San Pietro Apostolo nella quale è possibile ammirare finissimi stucchi ed un notevole pavimento di maioliche di Capodimonte.
Novella, che ospita la Chiesa di San Bartolomeo Apostolo, e dalla quale è possibile godere di un meraviglioso panorama che spazia sino al mare. Ponte, la più piccola delle frazioni tramontane, dove è possibile trovare ristoro nella deliziosa piazzetta antistante la chiesa. Paterno Sant’Elia e Paterno Sant’Arcangelo, unite dalla località Ferriera, così denominata in virtù dell’antica lavorazione delle “centrelle”. i Si tratta di chiodi di ferro utilizzati per le scarpe dei montanari, dove è possibile ammirare, e precisamente nella frazione Paterno Sant’Arcangelo, la Chiesa dell’Ascensione che, di evidente stile romanico, si fa notare per la bellezza del suo campanile a quattro piani. Ed in conclusione Pietre, con la suggestiva zona delle “frescale”, che ci offre la possibilità di far visita alla Chiesa di San Felice di Tenna.
E’ da queste tredici borgate che partono i suggestivi viottoli che, collegando i centri tra loro, compongono uno splendido mosaico incastonato nel verde tappeto dei vigneti secolari. Questi ultimi ospitano la coltura della “vite mediterranea”, che deriva da una delle varietà più antiche del mondo e dalla cui vinificazione si produce il “Tramonti”, vino che di recente ha ottenuto il riconoscimento del marchio DOC Costa d’Amalfi.
VINI
Frutto di pregiati vitigni, il vino è prodotto in tre varietà: una versione bianca, una versione rossa ed una versione rosata, forse la più prelibata. Il Costa d’Amalfi Tramonti Bianco DOC, ricavato da un’uva a bacca bianca, la Falanghina, conosciuta in costiera come “bianca zita”, è un vino secco dall’odore delicato e gradevole e dal colore paglierino. Il Rosso, con il suo intenso colore rubino ed il suo sapore asciutto e giustamente tannico, è prodotto invece da una varietà d’uva tipica della Campania, precisamente delle isole di Ischia e di Capri, detta Palombina o Per’ e palummo. Il Costa d’Amalfi Tramonti Rosato DOC, ottenuto da vitigni di piedirosso, sciascianoso ed aglianico, si presenta con un meraviglioso colore ed un delicatissimo profumo di frutta rossa mentre in bocca mostra corpo e struttura.
Altro prodotto di Tramonti meno conosciuto, è il liquore Concerto. Si tratta di un digestivo di colore scuro con una gradazione di circa 30º ottenuto dalla macerazione in alcool di un “concerto”, da qui il suo nome, di 15 tra erbe e spezie. E’ prodotto solo da alcuni laboratori artigianali, normalmente è preparato a livello casalingo. E’ quasi impossibile conoscere la ricetta,
Fonte del testo: GAL Colline Salernitane