Zizzona di Battipaglia

Pubblicato da claudio il

La zizzona di Battipaglia, chiamata anche “mozzata” è una grossa mozzarella di bufala dal peso variabile da 1 kg fino a 15 kg, la cui caratteristica peculiare è la forma, che ricorda un prosperoso seno femminile. Essendo un prodotto artigianale, il peso può essere specificato dal cliente. Le pezzature più richieste sono 1 kg, 1.5 kg, 2 kg e 5 kg. A differenza della mozzarella di bufala, la zizzona non può essere classificata come prodotto DOP perché supera la dimensione massima di 800 grammi di peso. Resta comunque una mozzarella di latte di bufala al 100 %.

All’origine di questo delizioso prodotto campano c’è un’antica leggenda che narra della ninfa etrusca Baptì-Palìa che regnava nelle paludi della pianura di Battipaglia, che si estendevano fin verso il mare. Ella custodiva gelosamente il segreto della mozzata di bufala (l’antica denominazione della mozzarella di bufala), cibo prelibato riservato esclusivamente agli Dei. All’alba di ogni giorno, la ninfa si dedicava alla mungitura delle bufale che pascolavano allo stato selvatico nelle paludi e, dopo un laborioso e complesso procedimento, solo da lei conosciuto, si accingeva alla “filatura” della cagliata e dal morbido impasto perlaceo ne “mozzava” dei pezzi di forma sferica, per ottenerne la preziosa mozzata.

Alla fine, dopo averla preparata con cura e riposta in canestri di vimini, adornandola con ramoscelli di mirto ed altre erbe aromatiche che ne esaltavano il sapore, ella si recava alla dimora degli Dei per offrirla alla loro mensa. Il fato volle che un giorno la ninfa Baptì-Palìa si imbattesse in un giovane pastore di nome Tusciano, il quale giaceva dolcemente addormentato sulla riva del fiume. Presa dalla rara bellezza di Tusciano, se ne invaghì e, dopo averlo svegliato con delicate carezze, gli dichiarò il proprio amore e come pegno di esso, gli svelò il segreto della mozzata di bufala. Il giovane, ingenuamente e per farsene vanto, rivelò tale segreto alla gente delle vicine contrade.

Gli Dei, adirati per il fatto che i mortali fossero venuti in possesso del segreto della mozzata di bufala, punirono la ninfa ed il suo innamorato, condannandoli a girovagare per le paludi, senza mai potersi incontrare. Qualcuno giura che per secoli, nelle notti di luna nei pressi di queste antiche paludi, si udissero ancora le voci lontane dei due innamorati che si chiamavano, cercando di raggiungersi, ma invano.

Oggi, per fortuna, i due amanti possono dirsi ricongiunti, poichè la ninfa Baptì-Palìa è divenuta l’operosa cittadina di Battipaglia, la quale stringe in un eterno abbraccio il suo Tusciano, trasformatosi nel fiume che la attraversa. Battipaglia è ritornata, come ai tempi antichi, a svegliarsi all’alba per la mungitura delle bufale sparse per la pianura e con il loro latte fa rivivere, attraverso i suoi artigiani e gli esperti “casari”, il rito quotidiano dell’antica mozzata di bufala, il cui segreto molti, al di fuori delle nostre terre, cercano di carpire, ma a tutt’oggi i tentativi sono stati vani.

La Zizzona di Battipaglia e Antica Mozzata di Battipaglia, sono marchi registrati, di proprietà del caseificio la fattoria di Battipaglia